Unire la cucina al soggiorno per ottenere un grande spazio unico che renda la casa ancora più intima. Questo è il sogno di molti, che per qualche tempo è stato anche una tendenza della moda arredo. Oggi però torna ad essere una scelta consapevole. A maggior ragione perchè le case che si costruiscono, soprattutto in città, sono molto strette, spesso poco luminose. E dunque aprire gli ambienti aiuta a ottimizzare gli spazi e a sentirsi meglio… anche psicologicamente.
L’open space è una invenzione anglosassone, americana per lo più. Rendere unico l’ambiente in cui si mangia, si sta insieme, si vive buona parte della giornata fa parte di una filosofia diversa da quella italiana. Da noi per molto tempo l’ambiente per l’ospite era sacro e andava separato dalla zona cucina, per evitare odori e rumori. Oggi le cose sono cambiate. Gli ambienti giorno sono sempre più unici. Ed ecco come si arredano.
Disposizione dei mobili in un open space
Nell’open space i mobili e la loro disposizion sono molto importanti. Spesso, infatti, oltre ad arredare sono essi stessi la linea di confine che separa i due ambienti in modo artistico e armonioso. A meno che non vi sia uno spazio soppalcabile, devono essere i mobili a creare la divisione che caratterizza le due stanze.
Solitamente è il divano, meglio se a “L”, a creare questo separé naturale nell’open space. Può dare le spalle alla cucina e rivolgersi verso la finestra o verso la parete attrezzata con TV e libreria. In alternativa, proprio una parete attrezzata, con spazi vuoti da coprire con vetri, può segnare il confine tra zona pranzo/relax e zona cucina.
Se la cucina è fornita di isola, o di tavolo-isola, questa soluzione può segnare la separazione tra i due ambienti: di qua del tavolo la cucina, dall’altro lato la zona divano e pranzo. Il tavolo in cui si pranza può essere esso stesso il confine che ad un tempo separa e unisce i due ambienti in uno solo. La separazione può essere anche … “artistica”. Una cucina rustica si interrompe con un tavolo, un divano, un mobile più moderno che così introduce a un soggiorno più contemporaneo. Oppure un mobile di colore diverso che spezza, e unisce allo stesso tempo, due ambienti arredati con cromie simili.
Illuminazione nell’open space
Normalmente l’illuminazione dell’open space avviene tramite una unica, grande, fonte di luce. Una porta-finestra, una finestra grande, un lucernario, una veranda che magari si apre nella zona soggiorno ma che serve anche la cucina. In alcune soluzioni, ci si affida a una finestra ad angolo che possa mandare la luce sia alla zona relax che alla zona cucina. Le pareti divisorie in vetro, o con ampi spazi aperti, consentono alla luce naturale di un lato dell’ambiente di arrivare anche all’altro.
Per quanto riguarda invece la luce artificiale, si dovrà puntare ovviamente sulle zone più importanti di entrambi gli ambienti. Magari ci sarà un lampadario, o una fila di fari, centrale per dar luce a tutte e due le stanze, ma quel che conta è come si valorizzano i vari punti. Ci dovranno essere faretti sulla zona lavoro in cucina, lampade per l’angolo lettura vicino al divano e lampade o faretti sul tavolo da pranzo.